Storie di un Volo Infinito – Parte 2

Ci sono storie che non possono rimanere così, in sospeso. La trilogia del volo infinito di Danilo riprende, con questo secondo, entusiasmante, capitolo!

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“Il volo seconda parte.

I miei piani quindi erano andati a farsi fottere. La mia strategia di volo doveva essere cambiata per il bene mio e di tutte le altre persone sull’aereo.
La situazione era questa: io e Christian vicini, Gaia da sola in un altro posto davanti, Wifem da sola in un altro posto ancora, davanti ma alla fila opposta. Il terrore negli occhi di wifem era notevole, così come la finta spavalderia di daughterm (trad. mia figlia).
Provo prima a far cambiare posto a mia figlia, non ci riesco, troppi posti da cambiare. Gaia a papá nun te preoccupá statt lá mo pigliamm e caramell. Gaia non parla, occhi a Simpson. Ok lo prendo per un si.
Mi giro, un ragazzo vicino a me parla con l’amico seduto vicino a wifem. Non ti preoccupare, andrá tutto bene gli dice. Il ragazzo seduto vicino a wifem, é al suo primo volo. Uh Gesú e chist mor (codesto ragazzo morirà) penso io che ho sentito tutto. Mi alzo, gli metto una mano sulla spalla, lo guardo negli occhi con un sorriso rassicurante e gli dico: sei al tuo primo volo? Si mi risponde lui con gli occhi a cuoricino. Cambio espressione, un misto tra preoccupazione e spavento: sient a me o frat digli all’amico tuo che cagn o post cu muglierema, altrimenti tu stasera muor. Il ragazzo milanese non capisce, glielo ripeto: sei tranquillo? No risponde lui. Ecco, facciamo un cambio posto. Ok risponde lui tutto cacato sotto.


Ci siamo, strategia cambiata. Si parte. Moriremo tutti.
Classiche operazioni pre volo, questa volta ascolto attentamente tutte le procedure di sicurezza, guardo il foglio, studio tutto. Stamm murenn.
Una voce rassicurante del comandante dal microfono, spiega un poco qual é la situazione. Ci dice di stare tranquilli. Non sto tranquillo, per me Kevin in questo momento é solo il bambino di mamma ho perso l’aereo.
L’aereo fa qualche giretto di pista che non finisce più. Tutti sicuramente stanno pensando: bravo Kevin nun fa strunzat, ti prego ripensaci, partiamo domani con il bel tempo, stasera c’arrepusamm nu poc e non moriamo tutti quanti. Stann pur e creatur iá Kevin pos stu giocattolin.
Niente, Kevin vuole partire.
L’aereo parte veloce una frazione di secondo di stacca da terra e va sempre più in alto, sembra voler fare due tre capriole, trema tutto, alcuni ridono, alcuni urlano, mia moglie mi prende la mano, é tutta sudata, mi scivola, la guardo ha gli occhi sbarrati non parla, chiudo gli occhi e penso: rip little flower. Ad un certo punto la voce rassicurante di un tipo al microfono: non vi preoccupate, non possiamo essere vinti, vinceremo vinceremo.


Uh maronn chist al posto e purtá l’aereo dice vinceremo, ok siamo morti veramente. Guardo mia moglie che mi riporta alla realtà ancora più cacata sotto, se ne cadono gli occhiali per la turbolenza, resta senz lent: che succede amore che succede mi dice. Nun t preoccupá tutt appost sta acchiappando il vento sotto rispondo io senza sapere che cazzo ho appena detto. 20 minuti di volo così. Sospesi tra la vita e la morte apparente.”

Fine Seconda Parte
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