Hand werpen
Secondo una leggenda mitologica del V secolo, che lega Anversa alle sue presunte origini romane, un gigante di nome Druon Antigoon obbligava a cospicui tributi chiunque volesse attraversare il fiume Schelda. A coloro che si rifiutavano, riservava un’unica punizione: il taglio della mano.
Fu il legionario romano Silvius Brabo a sfidare e ingannare il gigante uccidendolo, tranciandogli la mano e gettandola nel fiume e liberando così la città dalla sua condanna. Da questo gesto deriverebbe il nome della città: Antwerpen, in olandese, da hand werpen, “lanciare la mano”. Una delle tante etimologie di fantasia legate ad Anversa, ma che suggerisce la presenza dei romani nel territorio belga già nel V secolo.

Un ritmo cosmopolita
Anversa è tutto ciò che non ci si aspetta dopo una visita ai pittoreschi borghi medievali delle Fiandre: metamorfica, antica e moderna allo stesso tempo, vibrante, sofisticata, alla moda. Arrivando dalla stazione centrale, si viene accolti da grandi e alti palazzi, un’avenue brulicante di gente e negozi, boutique di grandi marchi e scintillanti vetrine di diamanti. Molti viaggiatori inesperti in materia ignorano infatti che la città detiene il primato mondiale per la qualità del taglio dei diamanti, sede dei tagliatori di pietre più esperti e abili.
Superato il centro antico che si snoda attorno alla maestosa cattedrale gotica Nostra Signora, Onze-Lieve-Vrouwekathedraal, la città si spalanca sul suo porto marittimo, uno dei più grandi al mondo, affacciato sul fiume Schelda fino al Mare del Nord. Qui si trova l’edificio dell’autorità portuale, volto moderno della città e simbolo del rapporto di Anversa con l’industria del diamante.
Ad un primo impatto si ha l’impressione di trovarsi nella città più cosmopolita del paese, ben lontano dall’immagine da cartolina fatta di torri e torrette in mattoni medievali tipica dei centri storici fiamminghi. Nelle vie laterali, si susseguono ristoranti di poké hawaiano, centri massaggi thailandesi, game center su due piani. La città, nonostante il cielo grigio e la pioggia sottile e persistente, non è mai sembrata così viva.
Una città puzzle, dove i quartieri con la loro eterogeneità, con i pub e i bar, negozi di design, riflettono la sua diversità.
Anversa è da vivere anche di notte, nei suoi locali e pub, tutti per nulla scontati, nelle vie del centro ma anche nei quartieri adiacenti. Qui si possono assaggiare ottime birre belghe, sidro analcolico o alcolico a chi piace. Ci saranno sempre persone a godersi la serata, a farti sentire a tuo agio e nel posto giusto.

Anversa mi piaci, ma no skam please
Come per ogni buon viaggiatore, bisogna avere alcune accortezze, a meno che non ci si voglia trovare a fine vacanza con il portafoglio che piange. Fatto senz’altro particolare, è che qui tutti i bagni, a partire da quelli dell’aeroporto, sono a pagamento. Il turista italiano, solito lamentarsi della sua terra natia, qui si fa pungere il cuore e prova un moto di inaspettata nostalgia per la gratuità dei servizi. È notevole che una donna con bimbi o una persona in condizioni di particolari necessità si trovi obbligata a pagare almeno 1,10€ per andare in bagno…
Altra nota dolente riguarda la risorsa acqua. Non è proibito riempire l’acqua in Belgio, ma molti locali scelgono di non offrire l’acqua del rubinetto ai clienti, o la fanno pagare. Offrire l’acqua del rubinetto gratuitamente ridurrebbe evidentemente un’entrata in reddito. In più, a differenza di Paesi come la Francia o la Spagna, dove la legge obbliga i ristoranti a servire gratuitamente l’acqua del rubinetto, in Belgio non c’è sempre stato un obbligo legale stringente in tal senso. L’iniziativa Free Tap Water Brussels nasce proprio per porsi in contrasto alla situazione attuale e sostiene che per legge i ristoranti dovrebbero fornire acqua del rubinetto gratuita se richiesta… e noi siamo con loro: l’acqua è un bene pubblico!

Sì, viaggiare
Anversa è una città che chiede solo di essere decifrata. Tra i vapori del porto e il rumore delle macchine, questa città è un micro mondo in continua evoluzione. Sì, preparate le monete per una sosta al bagno e portate con voi la borraccia. Ma non lasciate che qualche centesimo o un bicchiere d’acqua in più vi impediscano di scoprire la vera anima, eterogenea e vibrante, di questa perla delle Fiandre.



